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Scoperti i macrofagi che contrastano lo sviluppo dei tumori

I macrofagi rappresentano una popolazione immunitaria costantemente presente nei tessuti tumorali e la densità della loro infiltrazione è da anni considerata come un parametro prognostico sfavorevole. Uno studio appena pubblicato sulla prestigiosa rivista “Cell” ha permesso di confutare questo paradigma, dimostrando la presenza di macrofagi anti-tumorali in grado di contrastare lo sviluppo e la progressione del tumore, dato particolarmente evidente nel carcinoma al seno.
“Tissue-resident FOLR2+ macrophages associate with CD8+ T cell infiltration in human breast cancer” è il titolo della ricerca internazionale guidata dalla prof.ssa Julie Helft dell’Institute Curie Research Center di Parigi, alla quale hanno contribuito il prof. William Vermi, Ordinario di Anatomia patologica del Dipartimento di Medicina Molecolare e Traslazionale dell’Università degli Studi di Brescia, ed il ricercatore dott. Mattia Bugatti.
Il gruppo di ricerca bresciano, a partire dall’estesa banca di tessuti tumorali umani dell’unità di Anatomia Patologica dell’ASST Spedali Civili, ha potuto mappare in modo dettagliato la localizzazione di questo particolare tipo di macrofagi – detti “FOLR2” poiché vengono identificati grazie alla molecola FOLR2, il recettore di tipo due/beta dell’acido folico – nel tessuto peri-tumorale, in prossimità dei vasi sanguigni e dei linfociti T (questi ultimi in grado di contrastare la neoplasia), ma anche nei tessuti metastatici, a supporto di un loro potenziale ruolo nella risposta immune antitumorale anche nelle fasi avanzate della malattia.
La ricerca fa seguito ad una precedente pubblicazione sulla stessa rivista, nella quale il prof. Vermi e il dott. Bugatti, in collaborazione con il prof. Marco Colonna della Washington University, hanno identificato nell’espressione della molecola TREM2 il marcatore dei macrofagi che favoriscono la crescita tumorale. La combinazione di questi dati costituisce una scoperta che potrebbe avere ripercussioni a breve termine in ambito terapeutico, facendo emergere la coesistenza nel tessuto tumorale di due o più popolazioni macrofagiche con funzioni contrapposte, anti e pro tumorale, che dovranno essere rispettivamente potenziate e bloccate dal punto di vista farmacologico nella cura di pazienti affetti da diverse forme di neoplasie.

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