Governi, università e singole personalità accademiche europee sono divise sull’esclusione della Russia dalla comunità scientifica dopo l’avvio della guerra in Ucraina.
Coloro che sostengono l’isolamento russo, come la Germania, affermano che l’invasione ucraina è un tale affronto che la diplomazia scientifica non è un’opzione da tenere in considerazione, per cui cesseranno ogni tipo di cooperazione accademica esistente.
Al contrario, molti affermano che terminare i legami di ricerca avrà ripercussioni negative anche sugli accademici russi schierati contro il conflitto e danneggerà i canali diplomatici, come sostenuto ad esempio durante la Conferenza dei Rettori in Belgio.
La maggior parte dei governi e delle organizzazioni di ricerca, tra i quali l’UE stessa, l’Olanda e la Svezia, non ha ancora preso provvedimenti e sta elaborando la decisione da intraprendere, anche fondandosi su parallelismi storici quali la Guerra Fredda e il boicottaggio dell’apartheid, durante i quali gli scambi di personale e la cooperazione scientifica proseguirono.