È stato pubblicato il rapporto europeo “Spin-offs: Reinforcing a Vector of Value Creation for EU-27”, un’analisi approfondita che mette in evidenza il ruolo cruciale degli spin-off universitari nel rafforzare la competitività tecnologica dell’Unione Europea.
Secondo il rapporto, gli spin-off generati dalle università rappresentano uno strumento strategico per trasferire conoscenza e innovazione al mercato. Contribuiscono alla crescita di cluster tecnologici, generano occupazione qualificata e favoriscono lo sviluppo regionale. Tuttavia, nonostante il tasso di fallimento inferiore rispetto alle startup tradizionali, molti spin-off faticano a scalare e a consolidarsi.
Il documento segnala diversi ostacoli che frenano la crescita del settore:
- regolamenti frammentati sulla proprietà intellettuale
- alte quote di equity detenute dalle università, che scoraggiano gli investitori privati
- accesso disomogeneo ai finanziamenti europei, nonostante iniziative come Horizon Europe
- difficoltà nell’attrarre capitali di crescita, specialmente nel settore deep tech
Un dato allarmante evidenziato nella pubblicazione riguarda la sottorappresentazione dei deep tech spin-off: solo il 23% opera in questo settore, nonostante esso rappresenti quasi la metà dei fondi di venture capital in Europa. A titolo di confronto, oltre il 60% delle startup deep tech statunitensi sono spin-off accademici, segno di un divario competitivo da colmare. Inoltre, il report propone una serie di interventi prioritari:
- riforme normative, con semplificazione dei processi di trasferimento tecnologico
- modelli standardizzati di equity, per rendere più attrattivi gli spin-off per il capitale privato
- allineamento tra fondi pubblici e aspettative del mercato, anche attraverso fondi di co-investimento
- supporto organizzativo agli atenei, con team dedicati e Technology Transfer Office potenziati
- collaborazioni con l’industria, da sostenere con agevolazioni fiscali o incentivi diretti
(Fonte: First)