Partirà dall’Italia, con il coinvolgimento di numerosi partner europei, cinesi e iraniani, il tentativo di rispondere alle numerose domande generate dal nuovo Coronavirus: “uno studio genetico, che potrà essere alla base di nuove soluzioni diagnostiche e terapeutiche“. Lo annuncia il genetista dell’Università di Tor Vergata Giuseppe Novelli, coordinatore del consorzio che vede coinvolti numerosi Paesi europei e partner iraniani e cinesi.
Il progetto si chiama Gefacovid ed è candidato per l’assegnazione dei fondi della Commoissione Europea stanziati per il contrasto all’attuale pandemia e coinvolgerà una massiccia aggregazione di 29 soggetti tra accademici Università di Padova, Università degli Studi di Brescia, Torino, Trieste, Essex, Essen, Madrid, Monaco, Maastricht, Isfahan), istituzioni (Istituto nazionale malattie infettive Spallanzani, Istituto superiore di sanità, Inserm Brest, Sinh Shanghai), Fondazioni (Aviralia, Lorenzini) aziende (ThermoFisher, BBraun, Abbvie, Alfasigma, DaVinciDigital therapeutics, Novartis), imprese biotech (Bioscience Genomics, Personal Genomics, Diatheva, Toma-Impact Lab Group, GenDx, PharmGenetics GmbH).
Il progetto Gefacovid intende esaminare in dettaglio i polimorfismi genetici e i meccanismi patogenetici del virus, nonché i dati genetici, genomici, metabolomici, epidemiologici e clinici al fine di identificare i biomarcatori che conferiscono ai soggetti una particolare suscettibilità all’infezione, aumentando il rischio di complicazioni potenzialmente letali. “Queste informazioni – spiega Novelli – saranno sviluppate a un livello che potrebbe essere sfruttato per lo sviluppo di terapie e diagnosi da utilizzare sia in laboratorio che sul campo, con l’obiettivo finale di prevenire ulteriori perdite umane. Lavorando a stretto contatto con partner aziendali e clinici, perseguiremo soluzioni rapide e clinicamente attuabili, che faciliteranno nuovi approcci preventivi e interventi medici dinamici”.
FONTE (Aboutpharma.com)