L’European Ombudsman (Mediatore europeo) ha avviato un’indagine formale sul rifiuto della Commissione europea di estendere la sovvenzione per i ricercatori Marie Sklodowska Curie (MSCA) i cui progetti sono stati ritardati dalla pandemia di coronavirus.
La denuncia è stata presentata da due borsiste MSCA, le quali sostengono che il rifiuto della Commissione di concedere proroghe costringa i ricercatori a scegliere tra un lavoro non retribuito o l’abbandono del progetto. Nella lettera, inoltre, si solleva anche il problema dell’equilibrio di genere e di come la crisi legata al Covid-19 abbia approfondito il divario tra donne e uomini nel mondo accademico.
Secondo un sondaggio della Marie Curie Alumni Association, il 48% dei borsisti MSCA non ha potuto lavorare ai propri progetti durante il lockdown.
Finora, la Commissione ha preferito offrire ai borsisti altre opzioni rispetto all’estensione della sovvenzione, ad esempio proseguire i progetti lavorando a distanza, sospendere temporaneamente la sovvenzione e gli stipendi, dimezzare le ore di lavoro, richiedere il sussidio di disoccupazione o utilizzare le risorse stanziate per la ricerca e la formazione per pagare gli stipendi.
Nella denuncia pervenuta all’Ombudsman si argomenta l’inadeguatezza e l’insufficienza di queste alternative.
La Commissione avrà tempo fino al 15 novembre per fornire un riscontro.
FONTE (first)