Il Segretariato del Consiglio – in una nota pubblicata in vista della prossima sessione plenaria dell’ERAC – ha segnalato che dall’inizio del conflitto il 35% delle infrastrutture di ricerca ucraine è stato danneggiato o distrutto dall’avanzata russa. Inoltre, quasi un quarto dei ricercatori e degli operatori scientifici ha lasciato l’Ucraina, mentre molti tra coloro che sono rimasti hanno cambiato carriera o si sono uniti alle forze armate. Al momento, gli enti del settore R&I rimasti attivi nel paese stanno incontrando enormi difficoltà nel portare avanti le loro attività di ricerca a causa dei frequenti blackout e della drastica riduzione dei finanziamenti pubblici a loro assegnati. In base alle previsioni elaborate dal Consiglio, i danni provocati all’ecosistema della ricerca ucraino porranno grandi sfide nella fase di ricostruzione post-bellica. Nella nota per l’ERAC, si evidenzia come le misure di supporto messe in campo finora siano troppo frammentarie per avere un impatto cruciale sul lungo periodo. Per ristabilire un ecosistema della ricerca efficiente e dinamico, sarà necessario includere il settore R&I nelle valutazioni dei danni che l’aggressione russa ha provocato sul territorio ucraino, e nei piani di finanziamento e aiuto nella fase di ripresa post-bellica.