La Commissione europea ha pubblicato i risultati della consultazione pubblica sul futuro EU Innovation Act, insieme a una prima indicazione dei contenuti della proposta legislativa. L’atto, atteso nel primo trimestre del 2026, punta a rimuovere gli ostacoli che ancora impediscono alle idee innovative di raggiungere il mercato in modo efficace, in tutti i settori tecnologici. Secondo la Commissione, il nuovo quadro normativo dovrà sostenere l’intero ecosistema europeo dell’innovazione, con particolare attenzione alle imprese innovative, alle start-up e alle scale-up. Tra le opzioni in valutazione emerge la possibilità di introdurre definizioni comuni a livello UE, per rendere più mirati gli strumenti di supporto e garantire regole omogenee negli Stati membri. Un capitolo centrale del nuovo atto riguarda le regulatory sandboxes, ambienti controllati che permettono di testare tecnologie in condizioni reali con il coinvolgimento delle autorità. La maggior parte degli stakeholder vede in questo strumento un percorso chiave per accelerare l’ingresso sul mercato, ma segnala barriere rilevanti, tra cui accesso disomogeneo, interpretazioni differenti tra Paesi e mancanza di riconoscimento transfrontaliero dei risultati. La Commissione sta quindi valutando un quadro armonizzato di regole minime, per favorire cooperazione e sperimentazioni comuni. Nel confronto con gli operatori, è emersa anche la richiesta di maggiore apertura delle infrastrutture di ricerca e tecnologia, soprattutto per le piccole imprese. Due terzi dei partecipanti alla consultazione ritengono le condizioni di accesso complesse e poco trasparenti, mentre il 60% segnala scarsa inclusività verso start-up e PMI ad alto tasso di innovazione. Tra le soluzioni avanzate figurano regole di accesso armonizzate, finanziamenti dedicati di Horizon Europe e semplificazioni sugli aiuti di Stato. Il nuovo atto potrebbe intervenire anche sul trasferimento tecnologico e sulla commercializzazione dei risultati della ricerca, affrontando temi come il rafforzamento degli uffici di technology transfer e le incertezze normative sulle licenze di proprietà intellettuale o sugli aiuti di Stato destinati a spin-off e imprese innovative. L’obiettivo è rendere più semplice per università, centri di ricerca e industrie trasformare conoscenza in prodotti e soluzioni sul mercato.


