Anche il mondo della R&I inizia a ragionare sul futuro del Programma quadro. Dal mondo delle università, la prima riflessione di rilievo è quella firmata dai segretari generali di LERU e The Guild, due tra le più autorevoli organizzazioni europee che rappresentano gli atenei a vocazione scientifica e tecnologica. Una prima proposta – si legge nell’articolo – è quella di raddoppiare l’attuale budget europeo a disposizione della ricerca, portando la dotazione complessiva per FP10 a 200 miliardi di euro. A livello strategico, il consiglio è invece quello di riequilibrare il rapporto tra ricerca fondamentale e ricerca applicata. I due autori lamentano infatti una crescente attenzione verso le tecnologie ad elevato TRL, che tende di fatto a marginalizzare il ruolo della ricerca di base. Tendenza che sembra interessare in particolare il secondo pilastro, sempre più articolato, complesso e sensibile alle priorità politiche: tutti fattori che – secondo i due rappresentanti delle associazioni universitarie – limitano la partecipazione della ricerca fondamentale. La speranza è quella di un Programma quadro più ambizioso sul piano delle risorse e più attento all’eccellenza scientifica: il primo pilastro – conclude l’articolo – deve tornare ad essere il fulcro della ricerca europea.