La Commissione ha elaborato i dati e pubblicato i risultati della consultazione in un documento riassuntivo. Complessivamente, sono state inoltrate 2.788 opinioni e 265 position paper. Gran parte dei contributi – all’incirca 2.500 risposte – e oltre metà dei position paper fanno riferimento allea sezione sugli orientamenti per il piano strategico 2025-27. In particolare, quasi la metà delle risposte proviene da mondo dell’accademia e delle istituzioni di ricerca. Seguno i contributi delle aziende (17% del totale) e quelli dei singoli cittadini dell’Ue (16%). La maggioranza delle risposte è stata inoltrata a titolo individuale – 62% del totale – mentre i contributi delle organizzazioni rappresentano il 32% del totale. Si tratta per lo più di grandi organizzazioni, con più di 250 dipendenti. Sul piano geografico, invece, oltre l’80% delle risposte proviene dagli Stati membri, mentre l’8% dai paesi terzi e il 7% dai paesi associati all’Ue. L’Italia è il primo paese per numero di contributi a livello Ue, seguito da Francia, Germania e Spagna.
La consultazione ha evidenziato tre temi che, secondo i rispondenti, rappresenteranno le sfide sociali più rilevanti nell’orizzonte di breve e medio periodo (dai 3 ai 10 anni): cambiamento climatico, produzione energetica e perdita di biodiversità. Sfide che, secondo numerosi position paper analizzati, andrebbero affrontate adottando un approccio multidisciplinare, focalizzando la ricerca sulle tecnologie a TLR più basso e lascando spazio anche alle proposte bottom-up. Considerando l’elevato numero di contributi provenienti dal settore accademico e della ricerca, non stupisce che l’orientamento prevalente favorisca la ricerca esplorativa.
Guardando alle sinergie tra i diversi cluster, i rispondenti hanno evidenziato la possibilità di valorizzare le collaborazioni tra i differenti cluster, introducendo ad esempio dei bandi condivisi che favoriscano la ricerca transdisciplinare.