Un nuovo studio ha analizzato l’impatto degli investimenti fatti nella ricerca e nell’innovazione dall’Unione europea a partire dal 2004 per affrontare minacce in continua evoluzione e garantire la protezione dei cittadini.
Il documento indaga i risultati di due decenni di ricerca finanziata dall’UE, mettendone in luce il valore aggiunto sotto il profilo economico, sociale e tecnologico. Il rapporto evidenzia come la collaborazione a livello europeo abbia contribuito a potenziare l’autonomia strategica dell’UE, riducendo la dipendenza da fornitori stranieri e migliorando le capacità operative delle autorità nazionali. Inoltre, ha favorito la cooperazione transfrontaliera e lo sviluppo di un mercato europeo della sicurezza più competitivo e innovativo.
Nonostante i successi, lo studio sottolinea la necessità di rafforzare il collegamento tra ricerca e applicazione pratica: sebbene molti progetti abbiano portato a innovazioni di rilievo, la loro piena adozione nel mercato e nei contesti operativi richiede ancora sforzi aggiuntivi.
L’attuale Quadro Finanziario Pluriennale (QFP) dell’UE resterà in vigore fino alla fine del 2027. Nel 2025, la Commissione presenterà nuove proposte per il periodo post-2027, delineando i futuri programmi di finanziamento. In questo contesto, i risultati dello studio offrono indicazioni preziose sull’importanza di continuare a investire nella ricerca per la sicurezza e la gestione delle frontiere, elementi chiave per il futuro dell’Europa e la protezione dei suoi cittadini.
(Fonte: First)