Un nuovo rapporto dell’European University Association (EUA) evidenzia come le università europee stiano adottando con crescente convinzione strategie di sostenibilità e greening, ma con un limite significativo: le misure dedicate alla ricerca e innovazione risultano ancora poco sviluppate.
Secondo l’indagine, mentre l’84% degli atenei dichiara di avere una strategia istituzionale sulla sostenibilità, solo:
- 21% dispone di politiche specifiche per ridurre l’impatto ambientale dei laboratori;
- 20% promuove l’uso sostenibile delle infrastrutture di ricerca;
- un terzo effettua verifiche sulle collaborazioni con settori industriali ad alta intensità di carbonio.
Questo divario emerge nonostante l’aumento delle strutture dedicate alla ricerca interdisciplinare sulla sostenibilità, presenti nel 40% degli istituti rispondenti. Tuttavia, gli sforzi per rendere più sostenibile la ricerca appaiono meno consolidati rispetto ad altri ambiti come didattica e gestione del campus.
Tra i principali ostacoli si conferma la carenza di finanziamenti: il 59% delle università segnala l’underfunding come barriera principale. Molti atenei fanno affidamento su iniziative europee, come Horizon Europe, il Green Deal o la MSCA Green Charter, per sostenere attività di greening, mentre continuano a mancare risorse dedicate a livello nazionale o interno.
Il report mette inoltre in luce il ruolo centrale della comunità universitaria: studenti e staff rappresentano i principali motori del cambiamento, con iniziative diffuse di sensibilizzazione e formazione. Tuttavia, l’engagement del personale rimane meno strutturato rispetto a quello degli studenti.
Infine, sul piano delle politiche pubbliche, EUA segnala l’importanza degli strumenti europei, Erasmus+, Horizon Europe, Green Deal, come driver di sostenibilità, ma esprime preoccupazione per la possibilità che la dimensione ambientale venga ridimensionata nel prossimo programma Erasmus+.


