Mariya GABRIEL

I finanziamenti per la ricerca e l’innovazione secondo la nuova Commissaria Mariya Gabriel

Ai colloqui di conferma di fronte al Parlamento europeo, la nuova Commissaria per la ricerca e l’innovazione Mariya Gabriel si è impegnata a sostenere nuovi strumenti durante il suo incarico al fine di colmare il divario nelle performance di ricerca tra paesi più e meno ricchi dell’Unione Europea.

La Gabriel ha dichiarato di voler rivedere alcune misure europee per fermare il circolo vizioso che lega brain drain, bassi stipendi e scarsi investimenti locali nei paesi dell’Europa centrale e orientale. Tra i provvedimenti vi potrebbe essere anche un monitoraggio più regolare da parte della Commissione sulle differenze tra gli stipendi per i ricercatori dell’est e ovest europeo, con l’obiettivo di incoraggiare gli Stati membri ad affrontare i problemi interni che causano l’eccessivo scarto esistente.

Al momento infatti, i 13 paesi, per lo più dell’Est, entrati in UE con l’allargamento del 2004, ricevono appena il 4,8% dei finanziamenti totali di Horizon 2020 nonostante rappresentino il 17% della popolazione dell’Unione. I ricercatori di questi paesi vengono pagati meno all’interno dei progetti H2020 rispetto ai colleghi dell’Europa occidentale, nonostante la Commissione abbia sottolineato che si tratta di naturali disparità nazionali piuttosto che di un malfunzionamento del programma.

Alcune questioni importanti restano ancora aperte sul futuro programma Horizon Europe. In primis, il dibattito sul budget: la Gabriel ha dichiarato che appoggerà con decisione un Horizon Europe dal bilancio ambizioso. Ma nonostante il Parlamento europeo abbia proposto un aumento delle risorse da 94,1 a 120 miliardi di EUR, queste prospettive stanno vacillando a seguito delle resistenze di diversi paesi tra cui Germania, Olanda.

Un altro capitolo da chiarire è la partecipazione della Svizzera al futuro programma: a causa di una rinegoziazione degli accordi con l’UE, infatti, la Svizzera attualmente non sembra comparire tra i possibili paesi terzi associati a Horizon Europe. Questo orientamento pare confermato in una nota della Gabriel al Parlamento in cui si afferma che verranno probabilmente sottoscritti accordi con i paesi dello Spazio Economico Europeo (Norvegia, Islanda e Liechtenstein), i paesi interessati dalla Politica di Vicinato (tra cui Israele) e i paesi candidati o potenziali candidati all’UE (Albania, Macedonia del Nord, Montenegro, Serbia e Turchia).

 

(fonte: FIRST)

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