Dal confronto tra pazienti con e senza Covid-19, esposti in entrambi i casi a chirurgia, è emersa una maggiore incidenza di complicanze e di mortalità nei pazienti affetti da COVID-19.
Uno studio coordinato dai Direttori delle Chirurgie dell’Università degli Studi di Brescia e della ASST-Spedali Civili ha valutato i primi esiti chirurgici dei pazienti Covid-19 ricoverati presso gli Spedali Civili. I risultati dello studio sono stati pubblicati su JAMA Surgery, la rivista chirurgica più prestigiosa al mondo.
Lo studio, condotto nelle Unità di Chirurgia Generale, Vascolare e Toracica, Ortopedica e Neurochirurgica degli Spedali Civili, ha incluso pazienti sottoposti a trattamento chirurgico dal 23 febbraio al 1 aprile, risultati positivi ai test per Covid-19 prima dell’intervento o entro una settimana dall’intervento stesso.
Lo studio ha raffrontato i pazienti Covid-19 ai pazienti con la stessa patologia chirurgica ma senza Covid-19, con un rapporto 1:2. Dei 123 pazienti delle coorti combinate, la mortalità a 30 giorni è risultata significativamente più alta per i pazienti Covid-19 rispetto ai pazienti non affetti da Covid-19 (19.5% vs 2.4%). Significativamente più alte anche le complicanze: in testa le complicanze polmonari seguite da quelle trombotiche.
«Nei mesi scorsi diversi chirurghi – neurochirurghi, ortopedici, chirurghi generali, chirurghi toracici, chirurghi vascolari – hanno dovuto affrontare operazioni chirurgiche, urgenti e talvolta anche molto complesse, in pazienti con infezione Covid-19 concomitante. La nostra analisi, seppur condotta su una serie limitata di pazienti – spiega il prof. Fontanella – ha evidenziato che il Covid-19 determina un significativo rischio chirurgico aggiuntivo. Si tratta, quindi, di un fattore di rischio che va sempre considerato prima dell’intervento, e che si rivela ancora più importante di altri fattori che solitamente vengono presi in considerazione, come, ad esempio, l’età. A fronte di una maggiore incidenza di mortalità chirurgica e di complicanze, questi dati suggeriscono quindi l’opportunità, ove possibile, di posticipare l’intervento chirurgico nei pazienti Covid-19».
Considerando l’esiguità di dati sulla mortalità e sulle complicanze nei pazienti Covid-19 sottoposti a chirurgia, questo studio apre la strada alle future ricerche sui rischi derivanti dal rischio chirurgico nel corso di una pandemia.
Tra gli autori dello studio, insieme al prof. Fontanella, figurano il prof. Stefano Calza e la dott.ssa Marika Vezzoli (biostatistici), il prof. Francesco Doglietto (Neurochirurgia), il prof. Nazario Portolani (Chirurgia Generale), il prof. Stefano Bonardelli (Chirurgia vascolare), i professori Alessandro Casiraghi e Giuseppe Milano (Ortopedia) e il prof. Mauro Benvenuti (Chirurgia Toracica). Il prof Francesco Castelli (Malattie Infettive) ha supervisionato gli aspetti infettivologici del lavoro, il Prof Roberto Maroldi gli aspetti radiologici, il prof Francesco Rasulo quelli rianimatori.