Biogenic supported lipid bilayers as a tool to investigate nano-bio interfaces, lo studio di un team di ricercatori del Dipartimento di Medicina Molecolare e Traslazionale (DMMT) coordinato dal prof. Paolo Bergese, conquista la copertina del numero di luglio di Journal of Colloid and Interface Science, una fra le più prestigiose riviste internazionali di chimica.
Lo studio si inserisce nell’ambito delle ricerche relative alle membrane biologiche, alcune fra le componenti fondamentali della vita: la membrana, infatti, definisce la cellula e la sua interazione con l’ambiente esterno, mentre una doppia membrana ne avvolge il nucleo.
Di recente i ricercatori hanno esplorato la possibilità di realizzare sistemi ibridi 2D costituiti da una membrana biologica sorretta da un chip di materiale inorganico (ad esempio silicio) detti membrane-on-a-chip. Questi sistemi aprono possibilità uniche per lo studio delle membrane cellulari e dell’interazione (e integrazione) fra componenti sintetici e naturali. Inoltre, promettono applicazioni future in diversi campi della medicina di precisione, quali ad esempio lo screening di farmaci e biomolecole, lo studio del riconoscimento tra virus e cellula bersaglio e la realizzazione di modelli sintetici di malattia (i cosiddetti organ-on-a-chip).
È in quest’ambito che si inserisce lo studio del team del prof. Bergese – composto da Lucia Paolini, Sara Busatto e Andrea Zendrini, con la collaborazione del Dipartimento di Chimica dell’Università di Firenze e dell’Istituto per lo Studio dei Materiali Nanostrutturati del CNR di Bologna – che propone per la prima volta l’impiego di membrane ricavate dalle vescicole extracellulari, entità più semplici delle cellule ma direttamente collegate con esse, offrendo diversi vantaggi in termini di robustezza, costo e scalabilità del sistema finale.