In uno studio in fase avanzata, condotto e realizzato dall’équipe del prof. Alfonso Gerevini del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione
dell’Università degli Studi di Brescia in collaborazione con l’équipe del prof. Roberto Maroldi, direttore della Radiodiagnostica 2 dell’Ospedale Civile
e del Dipartimento di Specialità medico-chirurgiche, Scienze radiologiche
e Sanità pubblica, si dimostra come sia possibile predire in modo accurato la prognosi del paziente, sapere in tempo reale se la sua vista sia a rischio o no.
Il modello di sopravvivenza è stato sviluppato attraverso l’intelligenza artificiale “machine learning” (apprendimento automatico), elaborando dati di oltre duemila pazienti ricoverati tra marzo ed aprile all’ Ospedale Civile.
“L’aspetto innovativo nel disegno del modello è dato dall’aver misurato la polmonite Covid-19 in ogni paziente assegnando un punteggio alla gravità del quadro radiografico polmonare – spiega il prof. Maroldi. Questo elemento ha permesso di quantificare, attraverso le variazioni nel tempo del punteggio, l’entità del miglioramento o del peggioramento“.
Al sistema sono stati forniti i valori e l’andamento nel tempo di una serie di esami ematochimici effettuati durante il ricovero. La combinazione di alcuni
tra questi dodici valori alterati è stata usata per “fotografare” lo stato progressivo di iper-infiammazione che caratterizza la malattia Covid-19 in un paziente ricoverato.
“Un’ultima informazione chiave usata per addestrare il sistema è stata quella di correlare all’insieme dei dati radiografici ed ematochimici l’esito della malattia negli oltre duemila casi considerati».
Il sistema di intelligenza artificiale ha impiegato oltre mille casi per definire,
al suo interno, un modello predittivo per la prognosi e validarne il risultato
su un secondo gruppo di oltre 200 pazienti.
Il modello ha dato ottimi risultati, in particolare permettendo di predire correttamente l’esito favorevole (sopravvivenza) con valori notevolmente elevati sin dal secondo giorno di ospedalizzazione (superiore al 90%) e progressivamente sempre più accurati, per superare il 98% all’ottavo giorno.
“Le tecnologie di intelligenza artificiale usate nel progetto contro Covid-19, sostenuto dalla Fondazione Garda Valley, sono potenzialmente utilizzabili anche per altre patologie e in altri settori. Ad esempio, stiamo studiando l’uso di machine learning nell’ambito della manutenzione predittiva di Industria 4.0 con alcune aziende bresciane” – conclude il prof. Alfonso Gerevini, dal 1988 impegnato nella ricerca sull’Intelligenza artificiale con una lunghissima lista di collaborazioni, insieme al suo gruppo, con realtà accademiche ed industriali.
FONTE (GdB del 30/05/2020)