Ricerca bresciana pubblicata su american journal of transplantation
Mortalità superiore al 25% dei pazienti
Modificata la terapia immunodepressiva nel corso dell’infezione da SARS-CoV2
Brescia, 21 agosto 2020 – In uno studio coordinato dalla Nefrologia dell’Università degli Studi di Brescia, diretta dal prof. Francesco Scolari, sono stati identificati i fattori di rischio di evoluzione sfavorevole nei pazienti portatori di trapianto di rene affetti da Covid 19. Lo studio, pubblicato sulla prestigiosa rivista American Journal of Transplantation, descrive la coorte di pazienti più numerosa presente ad oggi in letteratura.
«Nella nostra coorte, abbiamo osservato una grande variabilità in termini di severità della malattia, da una forma simil-influenzale fino ad una forma severa con prognosi sfavorevole, con mortalità superiore al 25% dei pazienti – spiega il prof. Scolari, Professore Associato di Nefrologia dell’Università di Brescia e Direttore della Divisione di Nefrologia dell’ASST Spedali Civili di Brescia –. Linfopenia e piastrinopenia severa erano associati a prognosi negativa della malattia. La nostra scelta è stata quella di sospendere i farmaci immunosoppressivi maggiori, aumentando contemporaneamente le dosi di cortisone. L’analisi preliminare dei nostri risultati mostrava infatti che la terapia con Tacrolimus, il farmaco immunosoppressivo più potente, sembrava associato ad una maggior mortalità. Tuttavia questi dati devono essere interpretati con molta cautela e richiedono di essere confermati in casistiche più ampie».
L’Unità Operativa di Nefrologia di Brescia è la più grande del paese con circa 500 pazienti in dialisi e oltre 1.200 pazienti trapiantati. Convertita in reparto Covid-19, per poter ospitare i pazienti trapiantati e dializzati affetti da Covid-19, l’Unità Operativa di Nefrologia ha elaborato un protocollo di gestione dei pazienti, pubblicato sulle riviste Kidney International Reports, organo ufficiale della Società Internazionale di Nefrologia, e sul Giornale Italiano di Nefrologia, oltre ad essere stato condiviso ed adottato dalla Columbia University di New York.
«La nostra esperienza nella gestione dei pazienti portatori di trapianto renale ricoverati presso la Nefrologia di Brescia per polmonite da Covid-19 – continua il prof. Scolari – ha mostrato che i pazienti trapiantati hanno un elevato rischio di progressione dell’infezione da SARS-CoV2, con prognosi peggiore rispetto alla popolazione generale. Già dalle prime osservazioni sono emerse importanti informazioni riguardo alla gestione clinica di questi pazienti; in particolare, l’isolamento sociale, punto cardine per il contenimento dell’infezione nella popolazione generale, ha ulteriore importanza in questa popolazione; inoltre, i portatori di trapianto di rene affetti da Covid-19, in caso di polmonite, necessitano di essere sempre ricoverati per garantire uno stretto monitoraggio».
«Per questi motivi – conclude il prof. Scolari – ed in ragione dell’aumentato rischio rispetto alla popolazione generale in presenza di un evento pandemico da SARS-CoV2 particolarmente severo, abbiamo deciso di sospendere temporaneamente il programma di trapianto di rene nel centro di Brescia, che è stato riaperto nel mese di luglio».
Allo studio hanno collaborato il prof. Federico Alberici, Professore Associato di Nefrologia dell’Università degli Studi di Brescia e il dr. Nicola Bossini, responsabile della Sezione Trapianto di rene.