Nasi elettronici negli zaini e «test» simili a un gioco – il Prof. Lucchini responsabile del progetto

La prima fase della ricerca ha preso il via nella seconda metà degli anni Novanta, da una collaborazione tra l’Università di Brescia e l’Italghisa di Bagnolo che all’epoca lavorava ferroleghe. Le analisi hanno coinvolto i lavoratori dell’azienda, ma anche la popolazione del paese. Lo studio puntava a individuare gli effetti dell’esposizione diretta ai metalli, nel caso dei dipendenti dell’Italghisa, e di quella indiretta dei residenti.

Nel marzo 2006 è iniziato anche lo studio Iseia – Impatto sulla salute da esposizione ad inquinanti ambientali nelle aree di Brescia e Taranto, finanziato dall’Ue. Per valutare gli effetti sulla salute dell’esposizione ambientale a metalli, sono stati misurati parametri biologici, neuropsicologici, motori ed ambientali in gruppi di persone di età compresa tra 11 e 13 anni e tra 65 e 75 anni residenti in aree con differente presenza di industrie di ferroleghe. I risultati hanno permesso la prosecuzione dello studio fino ad aprile 2015 grazie al finanziamento del National Institute of Health degli Usa.

«Nonostante le emissioni siano state ridotte e i biomarcatori siano attualmente più bassi, è necessario capire quali saranno le ricadute dell’esposizione nel tempo, per mettere in atto strategie di prevenzione – sottolinea Roberto Lucchini responsabile del progetto-. L’esposizione al manganese genera una forma di malattia molto simile al Parkinson, mentre il piombo provoca problemi di tipo cognitivo, e nei bambini ritardi dell’apprendimento». Tutte le indagini condotte finora hanno confermato una riduzione delle funzioni motorie e cognitive in relazione all’esposizione a metalli. Il lavoro dell’Università serve come piattaforma per interventi sull’ambiente e, nel caso dei ragazzi, a far emergere problemi di origine psicologica – iperattività, ansia, depressione, perfino un «ritardo intellettivo» – che restano latenti per disattenzione o scarsa informazione, ma che possono essere corretti se individuati precocemente. I nuovi test saranno simili a giochi, mentre l’aria respirata dai bimbi sarà monitorata da un naso elettronico sullo zainetto.

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