È stato chiuso nella notte di mercoledì 19 marzo l’accordo provvisorio tra Commissione, Parlamento e Consiglio (provisional agreeement) su Horizon Europe, il programma quadro di R&I dell’UE 2021-27. L’accordo di stanotte arriva dopo dieci mesi di esame legislativo del dossier – la proposta della Commissione risale a giugno 2018 – e tre mesi di intenso negoziato (sei triloghi informali in poco più di due mesi) e consente alle istituzioni UE di raggiungere l’obiettivo previsto a inizio percorso: chiudere un accordo politico su gran parte del testo del prossimo programma prima della fine della legislatura in corso e delle elezioni europee del prossimo maggio.
Cosa c’è nell’accordo (e cosa non c’è)
L’accordo chiuso stanotte definisce un testo legislativo «consolidato» del prossimo programma, che comprende, tra le altre cose: gli obiettivi generali e specifici, la struttura e l’articolazione in pilastri, le denominazioni dei cluster, le possibili aree per missioni e partenariati e i criteri per individuarli e definirli, le regole di partecipazione e finanziamento, le norme su etica e sicurezza, i criteri di valutazione, la struttura, gli obiettivi e i contenuti dello European Innovation Council.
Dall’accordo provvisorio restano invece fuori gli aspetti orizzontali, soggetti all’accordo generale sulla programmazione UE 2021-27: il bilancio complessivo del programma e la sua ripartizione interna; le norme sull’associazione dei paesi terzi; le sinergie con gli altri programmi settoriali.
Cosa succede ora
L’accordo provvisorio chiuso stanotte, che sarà approvato formalmente nelle prossime settimane sia dal Parlamento sia dal Consiglio, e la definizione di un testo legislativo «consolidato» è quanto attendeva la Commissione europea per far partire la pianificazione strategica di Horizon Europe, il processo che dai testi legislativi porterà alla definizione dei Programmi di lavoro e dei primi bandi di finanziamento del prossimo programma.
Sul piano legislativo, alla chiusura dell’accordo e alla sua approvazione formale in Parlamento e Consiglio non seguirà l’adozione finale del testo. Il negoziato proseguirà nei primi mesi della prossima legislatura – protagonisti la nuova Commissione e il nuovo Parlamento – per definire le parti non coperte dall’accordo provvisorio.