Un finanziamento di circa 2 milioni di euro dalla Commissione Europea per il miglioramento dell’efficienza energetica della filiera logistico-produttiva del freddo, in particolare in ambito agro-alimentare, con l’obiettivo di ridurre le emissioni di gas a effetto serra.
L’Università degli Studi di Brescia è per la prima volta coordinatrice di un progetto nell’ambito del programma di ricerca e innovazione Horizon 2020: ICCEE – acronimo per Improving Cold Chain Energy Efficiency, sotto la responsabilità scientifica del Prof. Simone Zanoni del Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Industriale.
Coinvolti 12 partner da tutta Europa: Federazione Italiana per l’uso Razionale dell’Energia (FIRE); Federalimentare, per mezzo del Gruppo Europeo di Interesse Economico “SPES – Spread European Safety GEIE”; Fraunhofer Institute (Germania), Università Tecnica di Riga (Lettonia), Università di Stoccarda (Germania), Adelphi Research (Germania), Institute for European Energy and Climate Policy – IEECP (Olanda), Association Technique Energie Environnement – ATEE (Francia), Escan (Spagna), European Cold Storage and Logistics Association – ECSLA (Belgio), Romalimenta (Romania), Camera di Commercio di Corinto (Grecia).
Il mantenimento della qualità dei prodotti e la crescente spinta verso la sostenibilità rendono necessaria una continuità nel controllo delle temperature per evitare sprechi di cibo e consumi energetici elevati dovuti ad abusi di temperatura. L’efficienza energetica, in tal senso, non racchiude in sé solo vantaggi per l’ambiente ma anche per gli alimenti e per il consumatore finale. Una gestione efficiente della cold chain garantisce infatti la qualità dei prodotti, la soddisfazione dei clienti e, più in generale, una maggiore protezione della salute pubblica, con impatti diretti sulle quantità di cibo e bevande sprecate. Tutti aspetti, legati agli obiettivi di sviluppo sostenibile, sui cui si sta concentrando anche l’attenzione dell’ONU e della FAO.
Gli obiettivi principali del progetto ICCEE riguardano la necessità di intervenire soprattutto sui decision maker, in particolare tra coloro che ad oggi non sono esperti di gestione dell’energia all’interno delle aziende, ma che con le loro scelte determinano in gran parte i consumi della filiera. Lo scopo è quello di raggiungere risparmi di energia primaria prossima ai 100 GWh complessivi e aumentare il capitale investito in interventi di efficienza energetica di oltre 30 milioni di euro, riducendo le emissioni di gas a effetto serra di oltre 30 mila tonCO2.
Il progetto, che segue un approccio olistico lungo tutto il ciclo di vita del prodotto, passando dalla prospettiva della singola azienda alla valutazione della filiera, sarà suddiviso in tre fasi: l’implementazione di uno strumento analitico di efficienza energetica per supportare e facilitare il processo decisionale a diversi livelli organizzativi aziendali; il lancio di un programma di sviluppo di competenze per il personale e la realizzazione di una comunità dedicata al supporto del cambiamento nella cultura energetica del settore della cold chain. La fattibilità degli interventi di efficienza energetica sarà valutata considerando gli impatti economici, ambientali e sociali che abbracciano l’intero ciclo di vita e l’intera catena di approvvigionamento. Saranno anche stimati i benefici non energetici e l’impatto degli aspetti comportamentali, infine saranno sviluppate e delle raccomandazioni sui sistemi di finanziamento per le PMI.
Il progetto coinvolgerà 400 aziende in corsi di formazione attraverso 20 seminari nazionali. Saranno inoltre avviati corsi di e-learning che saranno disponibili anche oltre la durata del progetto.