PRIMA

Programma PRIMA, gli elementi distintivi e il valore aggiunto per il sistema di R&I

PRIMA (Partnership for Research and Innovation in the Mediterranean Area) rappresenta il più ambizioso programma di cooperazione scientifica mai intrapreso nel Mediterraneo a sostegno della ricerca e dell’innovazione tecnologica, organizzativa e sociale nel settore agroalimentare. Scopo dell’iniziativa è quello di sviluppare soluzioni innovative e sostenibili nella gestione delle risorse idriche, dell’agricoltura, della filiera alimentare, incoraggiandone l’adozione da parte di comunità, imprese e cittadini.

Il Programma PRIMA

Il Programma opera attraverso la Fondazione PRIMA, con sede a Barcellona presso Unione per il Mediterraneo, ed è congiuntamente promosso dalla Commissione europea e da 19 Paesi dell’area euromediterranea, 11 membri dell’UE (Cipro, Croazia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Lussemburgo, Malta, Portogallo, Slovenia e, Spagna) e 8 non-UE (Algeria, Egitto, Giordania, Israele, Libano, Marocco, Tunisia e Turchia). I Paesi partecipanti e la Commissione, in parti analoghe, hanno impegnato per la realizzazione del Programma circa 500 milioni di euro, da erogare in 7 anni, attraverso bandi competitivi secondo i rigorosi criteri di Horizon 2020.

I risultati del Programma

I risultati conseguiti in questi anni poggiano sull’impegno negoziale e scientifico di molti, in primis quello italiano, che nel periodo 2013-2017 hanno reso possibile l’approvazione di tale iniziativa dall’alto valore strategico e dal forte supporto istituzionale. Come evidenziato dal rapporto di valutazione intermedia della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio reso pubblico lo scorso maggio, l’esperienza di PRIMA ha saputo raggiungere obiettivi che, in sua assenza, non avrebbero potuto essere colti da nessun’altra iniziativa. Grazie alla collaborazione di tutti i Paesi e della Commissione europea è stato possibile creare un ecosistema della ricerca e dell’innovazione su aree tematiche di grande rilevanza e offrire, tramite i progetti collaborativi portati avanti da unità di ricerca di ogni sponda del Mediterraneo, un esempio reale di diplomazia scientifica, oggi quanto mai preziosa e urgente.

I progetti e le sfide

Dal punto di vista scientifico, PRIMA ha affrontato tematiche chiave quali la valorizzazione delle produzioni locali, la gestione efficiente delle risorse idriche, la tutela degli acquiferi e delle acque sotterranee, l’adattamento al cambiamento climatico attraverso tecniche genetiche per la resilienza delle coltivazioni, la promozione della biodiversità, digitalizzazione e tracciabilità delle filiere, pratiche di agroecologia, meccanismi di lotta contro lo spreco alimentare e sistemi di agricoltura di precisione per la gestione sostenibile delle risorse naturali, soluzioni per packaging intelligenti, nonché efficientamento dell’irrigazione in filiere importanti quali riso, olio, formaggio e nell’intero comparto ortofrutticolo.

Inoltre, il Partenariato ha risposto con prontezza alle sfide inattese ed urgenti che il contesto internazionale ha imposto con lo scoppio della pandemia da COVID-19 e la guerra in Ucraina, aprendo bandi e finanziando soluzioni specifiche su alcuni dei temi connessi quali la resilienza delle filiere, la sicurezza alimentare con particolare attenzione all’approvvigionamento dei cereali, al legame salute-alimentazione anche alla luce di una corretta valorizzazione dei prodotti della Dieta Mediterranea. Tutto nel quadro di un convinto e coerente allineamento agli indirizzi strategici che negli ultimi anni si sono andati delineando in Europa ed espressi nel Green Deal, nella Farm to Fork, nella Strategia sulla Bioeconomia, nel Piano di Azione sull’Economia Circolare e nella Strategia sulla Biodiversità, nonché più recentemente con le Missioni europee. Consapevoli che PRIMA rappresenta il più grande programma di ricerca e innovazione mai lanciato nel Mediterraneo, tutti gli attori coinvolti sono fortemente impegnati nel garantire l’eccellenza scientifica e l’impatto della ricerca a favore di aziende, comunità e cittadini, in linea con le aspettative dei decisori politici e della società nel suo complesso.

La rete di PRIMA

Forti di quasi 240 progetti in portafoglio capaci di coinvolgere una rete di circa 2300 unità di ricerca e 10000 ricercatori nel Mediterraneo, PRIMA intende dare ulteriore sviluppo alle idee e alle soluzioni fin qui finanziate attraverso meccanismi diversificati che permettano un utilizzo più ampio e incisivo da parte delle aziende delle innovazioni proposte.

Nel corso degli anni, il Partenariato ha saputo crescere e consolidarsi, accrescendo visibilità e attivando collaborazioni proficue con importanti istituzioni e organizzazioni nazionali, europei ed internazionali. Ne sono prova le attività svolte in preparazione, in occasione e a seguito del Summit delle Nazioni Unite sui Sistemi Alimentari nel 2021, il contributo offerto nell’ambito del percorso che ha portato alla Dichiarazione Ministeriale dei Ministri Ricerca e Innovazione dei Paesi del Mediterraneo in seno ad Unione per il Mediterraneo nel giugno 2022, l’attiva partecipazione alla COP27 in Egitto e la presenza alla recente COP28 che ha stabilito fin dai suoi documenti preparatori un chiaro collegamento tra lotta al cambiamento climatico e sistemi alimentari sostenibili. Ciò senza dimenticare altri importanti consessi ed iniziative quali la tradizionale Cairo Water Week, l’evento della Nazioni Unite sul tema delle risorse idriche che nel 2023 ha permesso di mettere in luce alcuni progetti PRIMA finanziati, la FOOD2030 Initiative promossa dalla Commissione europea, nonché il World Food Forum e l’Iniziativa sulla sicurezza alimentare promossa per il Mediterraneo dal Ministero degli Affari Esteri italiano insieme a FAO ed altri Paesi.

Il ruolo dell’Italia

Proprio l’Italia grazie al contributo del Ministero dell’Università e Ricerca ha rivestito un ruolo da protagonista nello sviluppo del programma PRIMA. Il nostro Paese, infatti, ha assunto un ruolo di coordinamento nell’elaborazione del programma congiunto presentato nel 2014 all’attenzione dell’allora Commissario europeo Carlos Moedas e si è distinto con eccellenti risultati. La qualità della ricerca italiana è infatti confermata dal fatto che, nell’ambito dei bandi di PRIMA 2018-2023, sono stati finanziati 184 Progetti, cui sono andati quasi 80 milioni di euro, con 391 unità di ricerca coinvolte. Ben 82 progetti su 239 sono coordinati da un’unità di ricerca italiana. L’Italia si conferma così all’avanguardia per l’attenzione rivolta – da parte delle Istituzioni, del mondo della ricerca e del settore privato – ad alcuni temi chiave quali la sostenibilità e la resilienza dei sistemi agricoli, della gestione delle risorse idriche e delle filiere agroalimentari. Ciò è stato possibile in virtù della collaborazione di tutti i principali enti di ricerca nazionali e del mondo delle università, del supporto offerto da APRE, nonché dell’impegno del Segretariato Italiano di PRIMA, istituito presso il Santa Chiara Lab–Università di Siena e incaricato di importanti attività di promozione, valorizzazione e disseminazione del Programma PRIMA nel nostro Paese.

Negli scorsi mesi, grazie all’accordo tra le istituzioni europee e il sostegno espresso da parte di tutti i 19 Paesi attualmente aderenti a PRIMA, è stato possibile garantire la continuazione del Partenariato anche per il triennio 2025-2027 con risorse aggiuntive provenienti da Horizon Europe. Tale prosecuzione, a cui si aggiunge l’adesione da parte della Bulgaria quale nuovo Stato partecipante a PRIMA, dimostra la rilevanza strategica del Partenariato e offre l’opportunità per avviare un percorso di ascolto e sintesi in vista di una rinnovata Partnership nel quadro della Programmazione successiva ad Horizon Europe. Come rappresentante italiano in PRIMA sarà mio impegno ascoltare le diverse priorità e sensibilità che il sistema Paese vorrà esprimere per definire gli obiettivi e le caratteristiche più opportuni per il Partenariato nel suo futuro. 

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